In questo post tratterò un tema spinoso, il ruolo del cristianesimo nel ventunesimo secolo.Attualmente la situazione vede una costante emorragia di fedeli, causata da vari fattori. Una parte di loro sono attratti dal dio denaro, e dal suo unico comandamento “usami per tutto quello che desideri”. Da qui parte la corsa sfrenata all’avanti il prossimo, appena si sentono appagati contenti di aver ottenuto quello che vogliono, ricadono un secondo dopo nella tristezza, perché già il loro pensiero va ad un nuovo cadeau.Questo senso di insoddisfazione perenne mal si concilia con la carità cristiana, il non desiderare ciò che è dell’altro e tutti quei principi che tarperebbero le ali allo smodato consumismo. In questa tipologia abbiamo chi in maniera trasparente dice di non credere o di non essere praticante e chi si cela dietro l’abitudine domenicale per non rivelare l’adorazione dell’altro dio.Insieme ai figli del nostro tempo consumati dal consumo, c’è chi critica il cristianesimo in toto, per lo più uomini di scienza o intellettuali atei/agnostici, che credono solo in quello che si può spiegare attraverso procedimenti scientifici o attraverso l’empiria, tale modus facendi chiaramente gli fa considerare privi di fondamento molti concetti basilari di ogni religione.Nel mezzo troviamo coloro che credono nell’esistenza di un dio, ma aborrono l’istituzione chiesa, fra questi una fetta prova questo sentimento a causa del comportamento di alcuni suoi servi, che si macchiano di peccati carnali o finanziari, un’altra fetta comprende chi osteggia il potere spirituale/temporale del cattolicesimo che non riesce ad adeguarsi al presente, rimanendo saldamente ancorato sulle sue posizioni tramandate nei secoli.In un periodo di forte crisi credo che il cristianesimo potrebbe diventare la risorsa per tornare a sperare, molte persone si affidano perché disperate, una sorta di ultima spiaggia, ma tali adepti non sono quelli che servono in primis per fortificare la posizione della chiesa, né a maggior ragione per ricostruire una società alla deriva.Bisogna partire dal dialogo cercare il confronto più vero con chi entra in contrasto con i dettami della chiesa o con chi se ne disinteressa, mettersi in gioco anche se questo può rendere vulnerabili. La posta in palio e riuscire ad indicare una via verso la verità, scrostare le vite degli uomini da quelle impurità che si sono accumulate e che ci rendono sempre più aridi.Penso ci sia molto bisogno di riscoprire i valori, credere in qualcosa che non sia un bene materiale, che ci permetta di tornare a fidarci del prossimo, fai all’altro quello che vorresti fosse fatto a te, un messaggio semplice, ma incomprensibile o inapplicabile al giorno d’oggi.
Vincenzo Bianculli
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