La diffusione di internet si lega in maniera profonda con il sempre più pronunciato spirito individualistico che contraddistingue la nostra società, la realtà che viviamo è sempre più filtrata da una luce azzurrina che ci allontana dalla realtà.La maggior parte dei giovani si trova a navigare nel mare immenso fatto di link e ipertesti, ammaliati dalla possibilità di poter scegliere. L’uso che si può fare di questo straordinario strumento ha infinite declinazioni, dallo studio all’informazione, dal lavoro alla pornografia… ma quello che andrò a trattare è l’ambito sociale.In rete possiamo trovare persone con cui condividere hobby, passioni o semplicemente fare due chiacchiere… ma le piazze i locali, i luoghi di aggregazione non offrono le stesse possibilità? In teoria sì, ma la pratica è ben diversa perché il monitor diventa un profilattico delle relazioni, un modo per poter instaurare delle interazioni protette, ognuno rifugiato nel suo luogo sicuro, libero di esprimersi senza il rischio di essere giudicato. D’altra parte internet può anche diventare un modo per essere quello che non siamo, la nostra identità non è tangibile dagli altri, quello che digitiamo ha come giudice solo noi stessi. La rete come la vita di tutti i giorni è il nostro palcoscenico virtuale dove andiamo a esibirci usando la maschera che più crediamo giusta. Così Bauman in questa modernità liquida evidenzia la peculiarità di questo mezzo: occorre meno tempo e fatica tanto per creare contatti quanto per romperli. La distanza non è un ostacolo al tenersi in contatto -ma il tenersi in contatto non è un ostacolo all’essere distanti. Gli spasmi della prossimità virtuale terminano, idealmente, senza strascichi e residui permanenti. La prossimità virtuale può essere interrotta, sia concretamente che metaforicamente: basta premere un pulsante.La rete da a tutti la possibilità di “vetrinizzare” le proprie vite, quello che facciamo, quello che pensiamo o vogliamo lo condividiamo senza filtro con il resto del mondo, aspettandoci ansiosamente feedback da parte delle persone che riteniamo importanti (in alternativa vanno bene tutti), basta che qualche navigante ci consideri con un mi piace. Questa situazione per me è veramente paradossale da una parte allontaniamo con paura relazioni impegnative, che ci rubano troppo tempo o che necessitano delle nostre attenzioni, ma dall’altra sentiamo uno spasmodico desiderio di essere considerati e rassicurati.Penso che sia necessario tornare ad esibirsi dal vivo, senza paracadute, mettersi in gioco confrontandoci con la vita pronti a prendere pugni e carezze, evitando così di anestetizzare le nostre anime. La rete deve consentirci il confronto a distanza, la possibilità di organizzare, aggregare pensieri e sogni, una sorta di agorà virtuale che però deve in maniera naturale concretizzarsi restituendoci il piacere del contatto umano.
Vincenzo Bianculli
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